Un ballo all’aperto. Fine estate. Un’orchestrina che suona vecchi pezzi anni sessanta. Checco e Renata dondolano tra le coppie, belli, complici, divertiti. E’ molto tempo che non vanno a ballare, ma stasera hanno deciso di prendersi una serata tutta per loro: nulla da festeggiare in particolare, solo la semplice felicità di stare insieme. Sulle note delle canzoni che hanno scandito la loro storia, si rivedono poco più che ventenni in un’Italia che decollava: Checco giovane ingegnere in carriera, Renata studentessa, poi insegnante. Guardandosi negli occhi ricordano il loro primo incontro, le gite al mare sulla decapottabile di lui, gli amici, i genitori, le nozze e poi la vita insieme: la vita felice di una coppia colta, innamorata, invidiata. Ma c’è una voce misteriosa a fare da controcanto. E’ lei a raccontare in rima le zone d’ombra delle loro esistenze, intrecciate a quelle del paese. Una voce che nessuno sembra sentire, tranne Renata, o che forse nessuno vuole ascoltare. La voce di un uomo che nessuno vede o che nessuno forse vuole vedere. Perché ha il dono.
Il mangiatore di pietre
“Un universo paesano capace di sentimenti ancestrali e crudeli. Un romanzo di figure che parlano soprattutto con gli sguardi. E di silenzi Il mangiatore di pietre è un noir ruvido e incalzante, scritto nel segno dei grandi autori italiani del secolo appena concluso.
Un romanzo essenziale e grandioso, come le valli e le montagne in cui è ambientato”.
Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera